dove: | Locomotiv Club Via Sebastiano Serlio, 25/2 |
data: | sabato 19 maggio 2012, dalle 21:30 alle 00:00 |
intrattenimenti: | |
info sul luogo: | L'evento si svolge al coperto |
Qui trovi maggiori informazioni su questo evento |
Organizzazione: | Locomotiv Club |
Referente: | Non definito |
E-mail: | Contatta il referente |
Telefono: | 3480833345 |
Arrivano gli Iceage, new sensation indie rock danese famosa per la potenza dei propri live. Il quartetto di Copenaghen ha appena pubblicato “New Brigade”, esordio uscito per Abeano/XL. Tra punk rock massiccio e influenze post punk l’esordio degli Iceage è stata una delle rivelazioni del 2011. Prima di loro i LaQuiete, considerati uno dei gruppi screamo più famosi d’Italia, i quali si sono fatti conoscere anche in Australia e in Giappone e i The Death of Anna Karina, la più importante band post hardcore italiana degli ultimi 10 anni, tornati sulle scene a marzo 2011 con l’album “Lacrima/Pantera”.
………………………………………………………………………………………………………………………………………..Gli Iceage sono una giovane band danese composta da Elias Bender Ronnenfelt, Jakob Tvilling Pless, Johan Surrballe Wieth e Dan Kjaer Nielsen, attivi dal 2008 e appena arrivati al disco d’esordio, ‘New Brigade‘, pubblicato dalla Abeano records (giovane e attenta sussidiaria della XL recordings) e registrato in soli quattro giorni. La Abeano records non pubblica molte cose, ma gli Iceage era impossibile farseli scappare per il loro sound freddo e spigoloso quanto catchy e originale. I danesi Iceage suonano un post punk apocalittico infarcito di potenza hardcore, e una poetica in forte debito con i Joy Division di Ian Curtis. L’esordio dei quattro di Copenaghen, tutti meno di vent’anni, conta dodici canzoni ed una durata complessiva di 24 minuti, quindi punk al fumicotone. Dai Joy Division ai Bauhaus, fino all’anarchia sonora dell’hardcore americano, i quattro di Copenaghen hanno creato un sound anomalo e interessante, basato su bordate di basso, reef di chitarra ipertrofici e un cantato recitato e urlato. La stampa sta impazzendo per gli Iceage, il loro sound potente, la giovane età e l’estetica oscura adottata, e subito si sono mossi i paragoni con l’esordio degli inglesi The Horrors e degli americani Fucked Up, con cui hanno suonato durante il tour americano. Forte impatto sul web stanno avendo le foto dei loro numerosi tatuaggi e l’amore per le atmosfere oscure, e non ultimo il logo runico della band che riprende l’estetica tipica della scena gotica europea. Gli Iceage hanno già una carriera live di tutto rispetto che conta tour su e giù per l’Europa, e negli USA, dove hanno suonato ovunque tra Los Angelese e New York. Un live degli Iceage è istinto primordiale puro, punk rock devastante e distruttivo.
Ad aprire il concerto due tra le band più rappresentative della scena screamo-post hardcore nazionale, i La Quiete e i Death Of Anna Karina.
La Quiete, gruppo formatosi nel 2000 a Forlì, sono considerati uno dei gruppi screamo più famosi d’Italia. La loro carriera musicale è costellata da molti cambiamenti nella line-up e da molti split. Uno solo è finora il loro album (se non si conta la raccolta uscita nel 2006). Dopo lo scioglimento dei Raein, loro amici (altra realtà screamo sempre da Forlì) sono diventati il gruppo italiano, e forse europeo, più famoso nel genere nel mondo. L’autunno 2007 li ha visti protagonisti di un tour intercontinentale che ha toccato Australia e Giappone (importanti da segnalare le date a fianco degli Envy).The Death Of Anna Karina sono una delle band più prodigiose e acclamate della penisola, capaci di infuocare da oltre dieci anni i palchi italiani ed europei. Sono tornati da poco con delle novità importanti, tra cui la più significativa è senza dubbio un disco cantato totalmente in italiano, che segna la loro svolta definitiva verso la madrelingua. “Lacrima / Pantera” è questo, undici pezzi che non lasciano il tempo di riprendere il fiato, undici pezzi densi di disperata vitalità, che scorrono attraverso citazioni e riferimenti di un amore colto sul vivere, ragazzi uccisi per strada dalla polizia, speranze disattese e nere vite, lotta politica e di classe, coltelli lasciati ad arrugginire nella schiena ed invalicabili barriere emotive.
Tutto scandito dalla loro classica potenza sonora, magistralmente catturata da Giovanni Ferliga al Blocco A di Villa del Conte (Padova), mixata dalle sapienti mani di Giulio Ragno Favero (che ha suonato anche la chitarra in Per Scherzo), e alla fine masterizzata dallo stesso Favero e da Giovanni Versari. Batterie devastanti, chitarre distorte, bassi pulsanti, contenuti crudi a volte sospirati, a volte urlati, ma sempre sparati in faccia senza preoccuparsi di non fare male, come Camus che prende a pugni Beckett. E poi passa a Debord. Un mix di forza che i The Death Of Anna Karina dimostrano sia dal vivo sia su ogni supporto in cui si riesce a catturarli. Una bomba ad orologeria con un packaging da disco insomma (affidato, come il precedente “New Liberalistic Pleasures”, a Heartfelt), che dopo un minuto ha già messo sul piatto “Il Postero” di Brecht, così per avere la certezza di non essersi sbagliati, che questi sono i The Death Of Anna Karina, colti, spietati, rumorosi, profondi. E che finalmente sono tornati.